La corsa dei Ceri, che si svolge a Gubbio il 15 maggio, nel quadro delle celebrazioni in onore di Sant’Ubaldo Baldassini (ca. 1084-1160), patrono della città, e dei santi Giorgio e Antonio abate, è un evento che, anche ad uno sguardo poco attento, lascia intravedere una rilevante complessità e origini remote. Le fonti presentano l’evento come una celebrazione cristiana che si attesterebbe a partire dal 1186, ma con certezza solamente dal 1338. Nondimeno, vi sono indizi che fanno ritenere come la festività possa risalire ad antichi rituali precristiani di origine umbra e/o romana, aprendo interrogativi che si collocano in una più ampia problematica storico-religiosa. Senza voler giudicare sommariamente tutta una produzione scientifica di lunga tradizione, riteniamo come sia legittimo e plausibile affermare che troppo spesso gli studi folklorici, animati da curiosità erudita o da interessi culturali chiusi entro confini provinciali, non vadano oltre un onesto ma ristretto intento descrittivo; oppure riducano la loro preoccupazione scientifica al rigore della raccolta dei dati e alla loro classificazione. Al contrario, sulla scorta degli studi di Ernesto de Martino, a noi pare come prioritaria debba essere l’esigenza di trarre dal materiale in esame un apporto conoscitivo che risponda ad un ampliamento della nostra conoscenza storica. Secondo una corretta applicazione dell’approccio storico-culturale, il nostro studio non fa riferimento alla storia come ad uno scenario di eventi, ma come un succedersi di trasformazioni in cui la corsa dei Ceri si inserisce e da cui la festa è “rimodellata”. Il saggio, pertanto, segue due direzioni di ricerca che vengono poi ad intersecarsi a vicenda: da una parte è tracciata – sinteticamente – la storia documentabile della festa come rito celebrativo in onore di Sant’Ubaldo nel giorno anniversario della sua morte, rito quindi datato nelle sue matrici ed inserito nel culto cristiano (cattolico); dall’altra si ritessono, a ritroso nel tempo, le fila che appaiono collegare la manifestazione ad altre e più antiche cerimonie in una prospettiva storico-religiosa.
Cerei iguvini, Roma et historia religionum / Sacco, Leonardo. - STAMPA. - (2016), pp. 151-174.
Cerei iguvini, Roma et historia religionum
Sacco, Leonardo
2016
Abstract
La corsa dei Ceri, che si svolge a Gubbio il 15 maggio, nel quadro delle celebrazioni in onore di Sant’Ubaldo Baldassini (ca. 1084-1160), patrono della città, e dei santi Giorgio e Antonio abate, è un evento che, anche ad uno sguardo poco attento, lascia intravedere una rilevante complessità e origini remote. Le fonti presentano l’evento come una celebrazione cristiana che si attesterebbe a partire dal 1186, ma con certezza solamente dal 1338. Nondimeno, vi sono indizi che fanno ritenere come la festività possa risalire ad antichi rituali precristiani di origine umbra e/o romana, aprendo interrogativi che si collocano in una più ampia problematica storico-religiosa. Senza voler giudicare sommariamente tutta una produzione scientifica di lunga tradizione, riteniamo come sia legittimo e plausibile affermare che troppo spesso gli studi folklorici, animati da curiosità erudita o da interessi culturali chiusi entro confini provinciali, non vadano oltre un onesto ma ristretto intento descrittivo; oppure riducano la loro preoccupazione scientifica al rigore della raccolta dei dati e alla loro classificazione. Al contrario, sulla scorta degli studi di Ernesto de Martino, a noi pare come prioritaria debba essere l’esigenza di trarre dal materiale in esame un apporto conoscitivo che risponda ad un ampliamento della nostra conoscenza storica. Secondo una corretta applicazione dell’approccio storico-culturale, il nostro studio non fa riferimento alla storia come ad uno scenario di eventi, ma come un succedersi di trasformazioni in cui la corsa dei Ceri si inserisce e da cui la festa è “rimodellata”. Il saggio, pertanto, segue due direzioni di ricerca che vengono poi ad intersecarsi a vicenda: da una parte è tracciata – sinteticamente – la storia documentabile della festa come rito celebrativo in onore di Sant’Ubaldo nel giorno anniversario della sua morte, rito quindi datato nelle sue matrici ed inserito nel culto cristiano (cattolico); dall’altra si ritessono, a ritroso nel tempo, le fila che appaiono collegare la manifestazione ad altre e più antiche cerimonie in una prospettiva storico-religiosa.File | Dimensione | Formato | |
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